I percorsi di psicoterapia in ambito perinatale rispondono al bisogno di uno spazio di SILENZIO, ASCOLTO ed ACCOGLIENZA. Dove PORTARSI E portare PARTI DI Sè e dell’esperienza genitoriale.
A volte per accoglierle.
A volte per trasformarle.
A volte per lasciarle andare.
A volte per ascoltarle meglio.
A volte per vederle da un altro punto di vista.
A volte perchè non ci piace come ci fanno sentire.
A volte perchè non ci capiamo.
A volte perchè ci fanno compagnia da una vita ma ora ci hanno stufato.
A volte perchè starci davanti da sola/o spaventa o disorienta o fa mancare il fiato.
Nei percorsi di psicoterapia il paziente porta sè e io porto me.
La mia curiosità e la mia sensibilità.
Le strettoie e i bivi che ho attraversato.
Le mie competenze e i miei studi.
Gli strumenti acquisiti e quelli creati in anni di lavoro.
La mia capacità allenata in anni di analisi personale di stare in ascolto.
La mia serietà nel continuare a lavorare su di me per “tenere pulito il campo”.
Porto la mia capacità di assecondare il tuo passo, senza perdere di vista la meta.
Porto la mia emotività e il rispetto profondo per la tua.
Porto la mia capacità di ascoltare oltre le parole, di dare valore ai silenzi, di sentire.
Porto il saper leggere, chiedere, tradurre, guardare da vicino e allargare lo sguardo.
Nell’incontro con le mie o i miei pazienti sto con loro e do valore alla loro interezza.
Ascolto le loro ombre.
Ammiro i progressi.
Tengo insieme il percorso.
Sostengo lo sforzo di “unire i puntini”.
Non conosco nè so fare tutto.
Per questo credo moltissimo nel lavoro di squadra e invio, quando serve, ad altri professionisti che stimo e che hanno altre competenze o approfondito ambiti diversi da quelli dove io mi sono spesa.
Credo che nel fare bene il mio lavoro si debba, ad un certo punto, dopo il congruo tempo, diventare inutili.
Allora ci si saluta nella consapevolezza del valore di ciò che è stato fatto e con la convinzione che ciò che è stato costruito o seminato rimane e continua la sua opera.
Nel mio lavoro incontro soprattutto neo mamme o neo papà o persone che stanno cercando la loro strada per diventare madri e padri.
L’esperienza di diventare genitori e i percorsi per diventarlo possono dare l’impressione di perdersi un po’.
Prenderci cura di noi adulti significa allora prenderci cura anche del figlio che c’è o che ci sarà.
Perchè è attraverso i suoi genitori che un figlio fa l’esperienza di essere amato e riceve la cartina per orientarsi nel mondo.
E fa tutta la differenza del mondo.